SOCIETÁ D'AFFARI e MOVIMENTI SOCIALI

SOCIETA’ MULTINAZIONALI 

Abbassare le tasse ai ricchi
Liberalizzare i mercati finanziari
Privatizzare i beni e servizi pubblici
Proteggere e rinforzare la proprietà privata
Vietare gli aiuti di stato

MOVIMENTI SOCIALI

Chiudere i paradisi fiscali
Tassare le transazioni finanziarie
Riconoscere i diritti economici e sociali
Vietare brevetti su esseri viventi e OGM
Azzerare il debito dei paesi poveri




L’agricoltura mondiale potrebbe oggi nutrire senza problemi 12 miliardi di esseri umani (siamo 7,3 miliardi), ma ogni due secondi un bambino sotto i dieci anni muore di fame.

L’economia mondiale si presenta oggi come pochi arcipelaghi di ricchezza in un oceano di popoli in agonia (P. Valtz). Poche persone con enormi ricchezze concentrano i loro sforzi per la liberalizzazione totale di quel mercato che loro sanno controllare perfettamente.

Gli Stati Uniti d’America sono immensamente più ricchi di qualsiasi altro paese del mondo - infatti si parla di impero statunitense – controllano la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale – che sono organi delle Nazioni Unite - ma votano regolarmente contro gli accordi internazionali dell’ONU (crimini contro l’umanità, soppressione dei paradisi fiscali, divieto di armi batteriologiche, controllo dei missili balistici intercontinentali, protocolli ambientali di kyoto e Parigi).

Il FMI concede prestiti ai paesi più poveri, a tassi molto alti e a condizioni vessatorie. Può finanziare nuove grandi infrastrutture che favoriscono le multinazionali o emergenze umanitarie, chiedendo in cambio privatizzazioni, riduzione della spesa pubblica, dei diritti dei lavoratori, dei servizi sociali e delle tasse. Purtroppo molti governanti dei paesi più poveri si lasciano corrompere o nascondono i finanziamenti nei paradisi fiscali. Il debito è il principale ostacolo allo sviluppo autonomo dei paesi del terzo mondo perché tutti i ricavi delle esportazioni devono essere impiegati per pagare il debito.

Quindi mentre alcuni si arricchiscono oltre ogni immaginazione - si pensi ai salari astronomici degli amministratori delegati o dei finanzieri e ai loro paracadute d’oro - molti perdono potere d’acquisto e diritti civili, avvicinandosi alla soglia di povertà. Lo stato sociale è sconfitto, per attrarre capitali è costretto a sacrificare i diritti dei lavoratori, i servizi pubblici e l’assistenza sociale. I governi e la politica perdono autorità perché non riescono più a proteggere i cittadini dai maggiori rischi sociali. Questa tendenza favorisce lo schiavismo e il razzismo.

Le regole globali di governo, mercato e finanza non sono ben viste da chi già controlla questi settori grazie alla suo potere smisurato. Per questo ci sono grandi investimenti per orientare l’opinione pubblica verso la privatizzazione e la déregulation. Prosperano gli speculatori finanziari grazie a bolle immobiliari e ai derivati, la criminalità organizzata e grandi evasori grazie ai paradisi fiscali, le grandi multinazionali grazie alle privatizzazioni, allo schiavismo, ai brevetti sugli OGM e la manipolazione genetica.

Gli stati nazionali e le organizzazioni internazionali sono ormai agonizzanti.
L’unico fronte di opposizione al capitalismo neo-liberista è composto da una costellazione di movimenti sociali che lottano per la democrazia, l’uguaglianza sociale, la protezione della natura, che considerano l’aria, l’acqua e il cibo come beni comuni, che si esprimono durante manifestazioni, marce e azioni di appropriazione dello spazio pubblico. Sono sindacati, agricoltori, donne, popolazioni autoctone, ecologisti, gruppi sociali e religiosi trasversali.










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