beni privati aperti al pubblico
A prima vista è un'operazione esemplare! Il progetto di
recupero del comparto dell'ex Manifattura Tabacchi è un modello dove vincono
tutti. Accontenta l'amministrazione pubblica che si ritrova una zona della
città riqualificata a costo zero, guadagnandoci pure il teatro Puccini e un
asilo nido. Se ne compiace il fondo d'investimento che sta già guadagnando
ancor prima di acquisire la piena proprietà dell'area. E sono apparentemente
contenti i fiorentini che si vedono valorizzare le case in zona e che hanno un
nuovo centro vivace in periferia. Sicuramente sono euforici gli architetti che
possono finalmente realizzare spazi pubblici di qualità internazionale, senza
sottostare ai vincoli del comune, perché sono su suolo privato.
Eh sì, perché quei sei ettari di Firenze stanno diventando, legalmente, un quartiere privato. È il mercato baby e non si può accontentare del diritto di superficie, perché non offre abbastanza garanzie da assicurare l'alta qualità dell'insediamento/investimento. Per vendere degli appartamenti a 6.000 €/mq bisogna dare certezze sulla conservazione di un'immagine di eccellenza, sicura, pulita, ben mantenuta e curata, sotto alto controllo. Solo la proprietà privata può permettere questo tipo di controllo. Tranquilli, la maggior parte degli spazi aperti è vincolata da una servitù di passaggio e sicuramente l'avvocatura del comune ha negoziato le migliori condizioni possibili, con contratti blindatissimi in difesa dei diritti del pubblico. Ma rimane spazio privato aperto al pubblico, forse con degli orari, forse con delle limitazioni sulle attività ammesse e non ammesse o alla libertà personale, con delle regole discriminatorie sui diversi tipi di pubblico o sugli animali, … Ma in fondo pagano tutto i privati! Il comune non dovrà spendere nulla per la manutenzione del verde o delle strade, niente spese per la sicurezza né per l'illuminazione o le panchine. Il comparto sarà gestito da un grande condominio che si occuperà di tutto, la qualità dell'ambiente sarà salvaguardata, come all'interno di un outlet o in un parco divertimenti. Bisogna riconoscere che è una tendenza ormai in atto da diversi anni, quella che sostituisce le grandi corporazioni o gruppi di capitali allo stato nell'offrire beni comuni, così come le ONG o altri gruppi privati si occupano di servizi civili e umanitari di base quando lo stato non è in grado di garantirli. Quasi tutti ne sono felici, perché in questo modo i servizi e i diritti sono garantiti, ma alcuni si domandano quali possono essere le conseguenze di questo cambiamento. Sui giornali non è raro leggere trafiletti come questi.
“Amazon ha messo in
concorrenza le città americane per accogliere la sua seconda sede – ed i
relativi posti di lavoro – in cambio di vantaggi fiscali. A Seattle ha fatto
togliere le tasse sul lavoro che servivano per costruire alloggi sociali e ha
finanziato con 2 milioni di dollari un piano di costruzione di alloggi per i
più svantaggiati. Quello che era un diritto diventa un regalo del ricco al
povero. Amazon ha pilotato l’opinione pubblica e si è sostituita agli eletti
democraticamente.”[i]
“Gli abitanti di Menlo
Park, dove Facebook a insediato la sua sede, si domandano perché la loro città
dovrebbe approvare l’espansione della multinazionale se non ottiene come
contropartita delle risorse per rinnovare le scuole, i parchi e i centri
sportivi.“[ii]
Mentre guadagniamo strutture per l'istruzione e la cultura
(scuole e teatri) stiamo accettando delle limitazioni all'accesso nello spazio
pubblico. In effetti, stiamo considerando le tasse (gli oneri di
urbanizzazione) come delle concessioni del privato al pubblico, dei pesi
oggetto di contrattazione, per cui il privato è in diritto di esigere una
contropartita (in questo caso l'accesso alla proprietà del suolo della ex
Manifattura).
Sta passando sotto silenzio un fenomeno del quale la maggior
parte dei cittadini non è consapevole. Mentre una volta erano concessi diritti edificatori
su terreni pubblici in cambio di beni comuni ,come scuole o parchi, oggi sono
concessi terreni edificabili in cambio di soldi e beni comuni, salvo lasciare
il diritto di passo a determinate condizioni. Forse arriveremo a vendere Ponte
Vecchio in cambio di una nuova Biblioteca Nazionale, a condizione però che sia
accessibile almeno 300 giorni all'anno dalle 8 alle 20, ma non sono concesse
foto o video, manifestazioni di nessun tipo, sosta prolungata e turpiloqui. E
poi, perché no, potrebbero imporre dei limiti anche all'abbigliamento e al tono
della voce.
[i] Benoît Berthelot - Il mondo secondo amazon
[ii] Da un articolo di Eric Klinenberg, Le Monde Diplomatique, aprile 2019.
Eh sì, perché quei sei ettari di Firenze stanno diventando, legalmente, un quartiere privato. È il mercato baby e non si può accontentare del diritto di superficie, perché non offre abbastanza garanzie da assicurare l'alta qualità dell'insediamento/investimento. Per vendere degli appartamenti a 6.000 €/mq bisogna dare certezze sulla conservazione di un'immagine di eccellenza, sicura, pulita, ben mantenuta e curata, sotto alto controllo. Solo la proprietà privata può permettere questo tipo di controllo. Tranquilli, la maggior parte degli spazi aperti è vincolata da una servitù di passaggio e sicuramente l'avvocatura del comune ha negoziato le migliori condizioni possibili, con contratti blindatissimi in difesa dei diritti del pubblico. Ma rimane spazio privato aperto al pubblico, forse con degli orari, forse con delle limitazioni sulle attività ammesse e non ammesse o alla libertà personale, con delle regole discriminatorie sui diversi tipi di pubblico o sugli animali, … Ma in fondo pagano tutto i privati! Il comune non dovrà spendere nulla per la manutenzione del verde o delle strade, niente spese per la sicurezza né per l'illuminazione o le panchine. Il comparto sarà gestito da un grande condominio che si occuperà di tutto, la qualità dell'ambiente sarà salvaguardata, come all'interno di un outlet o in un parco divertimenti. Bisogna riconoscere che è una tendenza ormai in atto da diversi anni, quella che sostituisce le grandi corporazioni o gruppi di capitali allo stato nell'offrire beni comuni, così come le ONG o altri gruppi privati si occupano di servizi civili e umanitari di base quando lo stato non è in grado di garantirli. Quasi tutti ne sono felici, perché in questo modo i servizi e i diritti sono garantiti, ma alcuni si domandano quali possono essere le conseguenze di questo cambiamento. Sui giornali non è raro leggere trafiletti come questi.
[i] Benoît Berthelot - Il mondo secondo amazon
[ii] Da un articolo di Eric Klinenberg, Le Monde Diplomatique, aprile 2019.