IDENTITÁ PRECARIE
Se osserviamo i nostri pensieri e il flusso costante di reazioni
concatenate possiamo pescare le sensazioni che ci
permettono di scegliere un’azione in ogni situazione. Possiamo allora sperare di
trovare un equilibrio individuale come risultato di processi di compromesso ed ammissione.
Ripercorrere i nostri pensieri, o “dormirci sopra”, ci può aiutare a ordinare
la nostra biografia, dando un verso al tempo, e forse anche a capire quale
seguito dare al nostro percorso di vita.
Tendiamo tutti a pensare per opposti (bello-brutto, giusto-sbagliato,
maschile femminile,…), senza ricordare che ognuno di noi contiene entrambi gli
opposti.
Siamo tutti egoisti ed altruisti, sono due aspetti che prevalgono alternativamente nel tempo.
Siamo tutti egoisti ed altruisti, sono due aspetti che prevalgono alternativamente nel tempo.
Si possono ipotizzare delle condizioni che fanno prevalere più l’uno
o l’altro aspetto, ma non si può dire che siano predeterminati. Da piccoli siamo tutti
più egoisti mentre alla fine della nostra vita sentiamo il bisogno di occuparci
degli altri. Potremmo dire che la filosofia orientale ha un approccio
sincretico alla realtà, che guarda più all’insieme, mentre quella occidentale
guarda più ai singoli elementi del sistema, alle emergenze. Allo stesso modo
potremmo pensare che nei paesi caldi, dove le minacce ambientali sono minori,
gli individui siano più egoisti e ci sia più competizione individuale, mentre
nei paesi freddi la collaborazione sociale è spesso indispensabile per
sopravvivere a condizioni ambientali avverse. E ancora, l’individualismo può
facilmente seguire tempi policronici (multitasking, orari arbitrari, mancanza
di puntualità) mentre la collettività deve seguire più temporalità monocroniche
(ogni cosa al momento giusto). L’individualismo stimola la creatività, l’innovazione,
il problem-solving, la flessibilità e rapida adattabilità. La società
approfitta dei processi collettivi di controllo e verifica, della sicurezza,
dell’intelligenza collettiva e della convivialità. La stessa opposizione la
riconosciamo in tanti altri campi: economico_ capitalismo /socialismo, politico_
liberismo / statalismo, spaziale_ zone monofunzionali / mix multifunzionale,
ecc… Siamo egoisti quando sentiamo che stiamo subendo un’ingiustizia, quando
qualcuno meno meritevole è preferito a noi, quando non siamo ricompensati per i
nostri sforzi o quando veniamo offesi nel nostro aspetto o carattere, quando
prendiamo una decisione da soli senza pensare che potrebbe danneggiare
qualcuno, quando vogliamo primeggiare a tutti i costi. È ovvio che non siamo
tutti neo-liberisti perché in certi momenti siamo egoisti, né si può dire che
chi difende lo sviluppo e il progresso sia più egoista che chi difende le
regole e le precauzioni. Da tutto questo deriva che nessuno di noi è completamente
di destra o di sinistra, che i modelli servono come riferimenti per orientarsi,
ma non come ricette da seguire.
Eppure tutte le organizzazioni governative continuano a estremizzare gli
opposti e a svalutare il dibattito politico, la negoziazione, il compromesso. I
partiti politici sono diventati delle maschere stereotipate che, per essere
riconoscibili con una loro identità forte, scelgono slogan su particolari valori
che difendono ciecamente e ad ogni costo. Ci sono quelli il cui valore primario
è il mercato e decidono di assecondarlo quasi fosse una legge naturale. Per altri
il valore principale è l’ambiente e vorrebbero preservarlo incontaminato e
naturale ad ogni costo. Altri partiti difendono la sovranità e l’indipendenza dello
stato nazionale di fronte alle sfide globali. Per molti partiti il valore da
difendere è la ridistribuzione delle ricchezze da parte dello stato. Per altri
gruppi invece lo stato dovrebbe solo arginare la povertà con misure non d’assistenza.
… E così via, fino al partito che difende l’eutanasia o i gay.
Da questa politica è difficile aspettarsi le soluzioni organiche che lo stato delle cose richiede.
Sono urgenti cambiamenti per
fermare la fame, l’ingiustizia e la distruzione della biosfera.