STUPIDO PENSIERO

 


Il pensiero è meccanico, parte da un ricordo del passato, ne richiama le emozioni, prefigura dei rischi nel futuro, ha paura, cerca sicurezza nel passato dove trova un altro ricordo e così via… In mezzo a tutto questo trambusto c’è la realtà e la vita e noi agiamo spinti dalle paure, emozioni, desideri.

Il problema è che l’attività più redditizia del pianeta è la costruzione di nuovi desideri. Nella pubblicità, sotto tante forme, vengono investite le più grandi somme di capitali. Il mercato sa che bisogna far leva sui ricordi per generare emozioni e desideri. Abbiamo paura di non piacere agli altri, di fallire, di invecchiare o di essere derisi, sono tante le paure condivise e sono comuni a tanti obiettivi del mercato.

L’ultimo modello di apparecchio elettronico, di vestito o di scarpe, di auto o di bici, ci stimola il ricordo di una gioia, di quando ricevemmo un dono bellissimo o di quando tutti ci guardavano invidiosi. Quella gioia è derivata dal nostro bisogno di gratificazioni, di essere rassicurati sulla nostra immagine, contro la paura di non piacere agli altri. Vogliamo rivivere quella gioia e non pensiamo da cosa era generata, ricordiamo solo l’emozione e solo un regalo ce la può ridare.

Ricordiamoci di ascoltare i nostri pensieri ogni tanto. Proviamo a fare silenzio in testa e osserviamo dall’esterno il flusso dei pensieri che spontaneamente emergono. Inseguiamoli e rallentiamoli senza immedesimarci in essi, noi non siamo il nostro pensiero.

La terra contiene il corpo dell’uomo. Il corpo contiene la mente. Noi siamo una delle infinite coscienze della terra, che la identificano e la compongono. Come è possibile che ci siamo ridotti a lottare tra noi per comprarci da soli quei regali che ci gratificano?

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