cemento armato
L’invenzione del cemento armato ha profondamente cambiato il modo di costruire le città. Grazie a questa tecnologia si può costruire più in fretta, con meno mano d’opera, si possono realizzare strutture con forme nuove e di dimensioni gigantesche. Tutte queste qualità hanno favorito il successo del cemento ed il suo dilagare in quasi tutti i territori del mondo, accanto ad esse però è importante segnalare anche altre qualità non altrettanto positive, soprattutto dal punto di vista ecologico. Innanzi tutto l’enorme impiego di risorse energetiche necessarie per produrre il cemento. Si tratta infatti della cottura ad altissime temperature di sassi di fiume che richiede la combustione di una gran quantità di petrolio o carbone. Le pietre così surriscaldate vengono poi frantumate e ridotte in una polvere sottilissima che quando verrà a contatto con l’acqua tenderà a riaggregarsi in un legante molto tenace. I cementifici sono di solito isolati in valli fluviali, distanti dai centri abitati per evitare agli abitanti i fastidi derivati dalle polveri sottili, dal rumore, dal continuo viavai di camion che portano i sacchi di cemento o le betoniere sui cantieri di costruzione.
Ma il cemento non è che un
ingrediente della ricetta per costruire strutture in calcestruzzo armato,
occorre anche la sabbia, la ghiaia e il ferro. Si costruisce uno stampo con
delle casseforme di legno o di ferro, si inseriscono i ferri piegati all’interno
dello stampo per formare l’indispensabile scheletro strutturale, si mescolano
tra loro cemento, acqua, sabbia e ghiaia e si colano all’interno dello stampo.
Aspettare l’asciugatura per una decina di giorni e consumare a piacere.
Si tratta quindi di una
tecnologia molto vorace di energia e le materie prime impiegate sono
difficilmente riciclabili perché benché il ferro sia riutilizzabile infinite
volte è però troppo dispendioso separarlo dal calcestruzzo e lo stesso vale per
i minerali inerti. Si è provato a riciclare il calcestruzzo triturato per
realizzare altro calcestruzzo armato ma la resistenza dei conglomerati così
ottenuti è incerta e comunque molto inferiore, utilizzabile solo per riempimenti
di grandi masse pesanti non portanti.
La durata del cemento armato è
un altro aspetto svantaggioso in quanto si tratta di un materiale poroso che
assorbe l’umidità ed è necessario proteggerlo dagli agenti atmosferici per
evitarne il rapido degrado. Come il ferro ha quindi bisogno di una manutenzione
continua e costosa per resistere a lungo a vista, altrimenti non può arrivare a
durare neanche 50 anni. Per ovviare a questo ed altri inconvenienti sono nati
cementi molto più sofisticati che però utilizzano prodotti sintetici inquinanti
come polimeri plastici e sostanze chimiche dannose per l’ambiente. Questo
materiale è molto diffuso nelle nostre città per la costruzione di case e
palazzi, ponti, fognature, pali della luce, argini dei fiumi, barriere al
rumore, parcheggi interrati, pavimentazioni stradali … è il principale elemento
di resistenza, insieme all’asfalto bituminoso, al passaggio dell’acqua,
contribuendo a impermeabilizzare grandi superfici che, oltre a peggiorare il
microclima locale favorendo il surriscaldamento estivo, è la causa di inondazioni
e smottamenti di terra.