new fascism

  “Chi non esercita il dissenso, esprime in qualche modo un assenso” Hannah Arendt

La memoria collettiva, unica forza in grado di evitare i totalitarismi, è oggi quanto mai carente!

Nelle parole dei rappresentanti del governo si sentono gli echi delle parole dei dittatori del secolo scorso. Il messaggio è : “Ora comandiamo noi, si fa come diciamo noi, chi non vuole obbedire è nostro nemico”.

È urgente ricordare i rischi che si nascondono dietro alla retorica del capo solo al comando, ma soprattutto bisogna smascherare questo nuovo tipo di fascismo che si proclama atlantista, liberista e populista. Dietro alle promesse di più posti di lavoro ed un aumento del PIL nasconde decreti che portano solo alla concentrazione della ricchezza in mano ai soliti noti.

Per alcuni è fin troppo evidente che l’Italia sarà il prossimo paese a vendersi alle forze economiche. Come succede da quasi ottant’anni, i paesi che accettano enormi finanziamenti per risollevarsi da momenti di crisi sono obbligati a dirigerli verso le grandi corporation, attuando importanti riforme a loro vantaggio. Italia, Spagna e Portogallo sono territori di conquista per i grandi gruppi di capitali. L’aumento costante e progressivo del debito di questi paesi ha ottenuto importanti riforme per aumentare le privatizzazioni e la concorrenza, per ridurre lo stato sociale, le regole e la pressione fiscale, ma c’era bisogno di un evento straordinario per completare l’opera di trasformazione degli abitanti in servi, e la pandemia del 2020 lo è stato. In seguito allo shock della pandemia l’economia italiana sta attingendo abbondantemente dalle casse della BCE che ha talmente aumentato la quantità di denaro in circolazione da causare una forte inflazione, con conseguente perdita del valore d’acquisto. Ma per rendere il paese “di nuovo grande” questo governo, come i precedenti, non vede altra strada che quella di attirare nuovi investimenti, quasi esclusivamente grandi multinazionali e fondi finanziari. Queste sono strategie che promuovono governi totalitari, che assicurano quella stabilità necessaria agli investimenti, ottenuta isolando il dissenso ed esercitando un dominio, che porta rapidamente  all’istituzionalizzazione dell’abuso.

La mutazione in atto non poteva certo contare sul Movimento 5 stelle che era realmente populista, ma neanche su Mario Draghi che, con i decreti concorrenza e aiuti, è stato facilmente smascherato dagli oppositori. Forse può riuscirci questo governo, pilotato dai “fratelli d’Italia”, che associa in modo così naturale la fratellanza e la liberta alla diseguaglianza.

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