CORTEX

Sento arrivare tante possibili soluzioni per cambiare il mondo, per renderlo più giusto, libero e bello e questo mi fa piacere. Sono tutte soluzioni verosimili, giustificate da ragionamenti logici e argomenti validi. 

 

La via dell'educazione e della sensibilizzazione punta a diffondere un'evoluzione nei valori sociali per cui la biodiversità e gli ecosistemi naturali vanno conservati ad ogni costo, così come i diritti umani e civili, fino ad arrivare a giustificare leggi internazionali universalmente accettate che sacrificano la crescita economica e l'uso di combustibili fossili. Si tratta di una pista non facile da percorrere. Le nuove generazioni sono ormai assuefatte al consumo ed a gratificazioni rapide che gli rendono difficile accettare sacrifici per un bene lontano nel tempo. I modelli culturali e sociali proposti, inoltre, sono fortemente condizionati dal mercato del profitto che non sostiene questo cambiamento, almeno finché ciò non comporti una crescita del profitto stesso. Sarebbe molto efficace e duratura come soluzione perché valorizza i comportamenti virtuosi generando in coloro che si sacrificano per la natura, o per gli altri, un sentimento di appagamento, perché stanno realizzando un obiettivo sociale globalmente riconosciuto.

 

La via politica e del diritto registra i segnali di allarme lanciati da autorevoli studiosi e scienziati da una parte e da fenomeni climatici e sociali estremi (cataclismi e esodi) dall’altra. Tutto questo giustifica, insieme alla maggior sensibilità dell’opinione pubblica a queste tematiche, l’emanazione di leggi esemplari nella direzione di uno sfruttamento delle risorse, sia naturali che sociali, più sostenibile. E’ una strada frammentata e difficile perché sottoposta alle divisioni tra gli stati con le relative difficoltà ad accordarsi tra loro. Inoltre vediamo quanto i rappresentanti politici siano condizionati dal mercato e dalle lobby e quanto le forze economiche riescano ad influenzare le leggi da promulgare. Questa via è meno desiderata della precedente perché prevede in qualche modo un’imposizione dall’alto tramite delle leggi e quindi delle sanzioni o punizioni per chi non le rispetta. Per questo gli eletti cercano di sostituire i divieti con gli incentivi, promettendo ricompense per chi è virtuoso invece che multe per chi non lo è.

 

La via della tecnologia e della scienza è la più desiderata in quanto non richiederebbe le rinunce che invece le due vie precedenti comportano. Confida nell’innovazione tecnologica, in particolare in campo energetico, per continuare a consumare prodotti di alta qualità con costi accettabili per il pianeta. Lo sfruttamento di risorse rinnovabili come l’idrogeno, il sole, il vento, le maree, eccetera arresterebbe l’inquinamento da combustione. Il lavoro delle macchine ci libererebbe tutti dal sacrificio e ci permetterebbe di dedicarci solo allo studio, al gioco ed ai social network. Sofisticati sistemi di recupero e riciclo dei materiali permetterebbero di realizzare una vera economia circolare, dove le molecole non smettono di passare da un prodotto all’altro, dando il tempo alle risorse di rinnovarsi. Seguendo questa via non c’è niente da fare se non investire in ricerca tecnologica per riuscire a trovare le soluzioni il prima possibile, per limitare il degrado già avanzato della biosfera. Ci pensano gli scienziati, i tecnici, gli amministratori a trovare le soluzioni, possiamo stare tranquilli.

 

Sicuramente ci sono altre strade, ma forse queste sono le tre principali, quelle che vengono abilmente dosate all’interno nei negoziati e pubblicate nei media. Possiamo anche vederle come una tensione costante tra la via dell’educazione e quella della tecnologia, mentre la via della politica cerca di mediare tra i due estremi. Il fatto è che questa via di mezzo, che è sostanzialmente quella che opera le scelte, su quasi tutto il pianeta è sbilanciata verso la via della tecnica, che in fondo rimanda ogni decisione, sperando nel domani, senza fare niente.

 

Il neuro scienziato e divulgatore Sébastien Bohler spiega che il nostro cervello è stato selezionato, da milioni di anni, per perseguire gli obiettivi che più garantivano la sopravvivenza e la riproduzione: il cibo, il sesso, il prestigio sociale, e tutto al più presto e con il minor sforzo possibile. In questi meccanismi celebrali, governati dal principio della ricompensa, sotto forma di scariche di dopamina nel Cortex, risiede secondo lui una delle cause della tendenza delle persone alla competizione, alla gerarchia, alla crescita infinita, all’immediatezza ed alla pigrizia. Per questo è stato accusato, credo a torto, di offrire una giustificazione scientifica a coloro che sostengono la crescita a scapito del degrado dell’ambiente. Il suo libro “Le bug humain” è tutto incentrato alla presa di coscienza dei meccanismi che governano il nostro cervello, al solo scopo di riconoscerne i limiti, quelli che stanno per portare l’umanità ad una lenta ed inesorabile autodistruzione, in modo da stimolare nel pubblico la sostituzione di queste logiche “automatiche” del cervello con logiche derivanti dall’educazione, dalla conoscenza e dalla ragione. Oggi, invece, assistiamo a politiche che favoriscono sempre più il massimo profitto col minimo sforzo e nel minor tempo possibile, cioè le richieste delle persone più ricche, che sono i campioni del modello dominante, quello del denaro e del consumo, da tutti ammirati ed imitati. Significa che l’economia e la politica continuano ad assecondare i meccanismi “primitivi” della parte più profonda del cervello, anche se questo provoca ingiustizia, distruzione, degrado e morte, invece di promuovere iniziative più giuste, solidali, curative e feconde come risultato di una coscienza collettiva che vuole cambiare strada.

 


Non aspettiamo il Salvatore, cerchiamo di uscirne insieme.


Commenti

  1. Che il cortex abbia un meccanismo della classificazione completamente hackerato daivmeccanismi automatici di gratificazione è un dato ormai incontestabile.
    Una possibilità concreta per resettare le abitudini mentali invisibili e meccaniche che ci governano e quello di prenderne consapevolezza in modo gentile e non colpevolizzante. È un processo che Interessa tutti, in quanto diminuisce anche la sofferenza individuale causata dalla insaziabile ricerca di una dose sempre più elevata di dopamina.
    Come negli anni '80 tutti hanno cominciato ad andare in palestra per occuparsi della salute del proprio corpo, ora occorre che prima di tutto a livello individuale ci sì occupi della salute della mente. La mente collettiva ha bisogno di Presenza mentale, Mindfuness, Consapevolezza del momento presente, per sperare di averne uno futuro.
    ( Avendo cura che non diventi un altro strumento del sistema capitalistico per scaricare la responsabilità del disastro globale non sui veri responsabili ma sull'individuo ... Che deve, secondo loro, invece imparare a restare calmo, buono ed adattarsi al sistema)

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  2. E' proprio così! La cura della mente deve diventare "di moda" come quella del corpo.
    Ci dobbiamo allenare a stare ATTENTI e VIGILI per non subire sempre gli stessi meccanismi.
    Anche il modo è fondamentale, è vero, gentili e non giustizieri, con noi stessi e con gli altri.

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