CONSUMATTORI




Abbiamo tutti delle necessità, dei bisogni e dei desideri.
-          Mangiare, bere, dormire, ripararsi, riprodursi (necessità biologiche).
-          Incontrarsi, comunicare, progettare, costruire, aggregarsi, scegliere (bisogni umani).
-          Commerciare, consumare, combattere, sfruttare, accumulare, apparire (desideri sociali)
La qualità della vita dipende dalla nostra capacità di assecondare questi impulsi.

Oggi i desideri stanno limitando le condizioni necessarie al conseguimento dei bisogni e delle necessità.
Il condizionamento sociale è talmente forte, convincente e pervasivo da invertire l’ordine delle priorità.
Pur di consumare, accumulare e apparire, la maggior parte delle persone sono disposte a sopportare la competizione e l’alienazione, l’isolamento e l’ingiustizia, l’imposizione e la mancanza di creatività o utilità.
Siamo quindi disposti ad accettare che milioni di persone muoiano di fame mentre tonnellate di cibo vengono gettate ogni giorno, che le scelte collettive vengano determinate da una ristretta minoranza di persone molto ricche e potenti, che i mari e l’aria siano trasformate in discariche e che le foreste vengano bruciate. Tutto questo per non rinunciare ai nuovi prodotti ed agli spostamenti rapidi.

Il sistema che oggi governa il mondo ci sembra talmente radicato, stabile, efficiente da sembrare l’unico possibile, ma non è così. Basta conoscere la storia per accorgersi che il sistema capitalistico non è sempre stato così sbilanciato. Fino a cinquant’anni fa esistevano delle regole e dei diritti civili che  contribuivano ad assicurare un controllo democratico sul mercato finanziario e sull’economia. Dagli anni ’70 del secolo scorso si è iniziato a togliere tutte le regole e molti diritti, passando così dall’equilibrio tra capitalismo e socialismo all’ascesa incondizionata del neoliberismo capitalista.

E’ importante essere consapevoli di questo rapido cambiamento e trasmetterlo alle nuove generazioni affinché si rendano conto che possono ottenere molto di più rinunciando a qualche desiderio piuttosto che protestando con rabbia contro le grandi potenze economiche o contro i governi. Il consumatore è l’unità di base per reggere questo sistema ed il suo condizionamento è l’unica forza in grado di mantenerlo al suo posto. Se il consumatore rinuncia ai desideri indotti dal mercato e trova soluzioni alternative (magari locali) per soddisfare i propri bisogni e necessità, allora il capitale si fermerà, smetterà di girare, perderà di valore.

Questo spaventerebbe molto le corporazioni, le multinazionali e i fondi d’investimento e le obbligherebbe a scendere a compromessi con i governi, le associazioni di lavoratori e i consumatori. In un tale scenario quali sono le richieste da avanzare? In che modo si potrebbero buttare le basi per un mondo migliore? Azzeriamo il debito pubblico dei paesi più poveri? Assicuriamo a tutti un reddito dignitoso, assistenza sanitaria e sociale, istruzione, protezione? Ci prendiamo più cura dell’ambiente con leggi contro l’inquinamento ed in difesa della natura e della biodiversità? Regoliamo la speculazione finanziaria, i prestiti, i paradisi fiscali e le scommesse? 

Quanto lavoro c’è da fare! Esperti da interrogare, partecipazione da organizzare, paesi da coordinare … Il mondo non sarebbe più lo stesso. Sarebbe un insieme di paesi confederati che seguono tutti un destino ed un insieme di regole comuni.

Non so cosa vuole l’umanità come non so bene cosa voglio io, ma so che c’è bisogno di un cambiamento e mi piacerebbe farne parte.


approfondimenti: 

sugli indicatori di benessere
https://www.cusp.ac.uk/wp-content/uploads/WP20%E2%80%94Measuring-Prosperity.pdf#wp20

critica al PIL del gruppo di ricerca europeo diretto da Stiglitzhttps://ec.europa.eu/eurostat/documents/118025/118123/Fitoussi+Commission+reportsugli 

indicatori ambientali (rapporto europeo 2018)
https://www.eea.europa.eu/publications/environmental-indicator-report-2018



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