PRIMA NOI



La competizione globale dei prezzi, sia dal punto di vista del consumatore (prezzi di merci e servizi) che del produttore (prezzo del lavoro e delle materie prime), presuppone che ci siano due popoli "noi" e " gli altri". Noi siamo ricchi e con dei diritti sociali, mentre gli altri sono poveri e senza diritti.

Spostando la produzione (e i servizi) nei paesi poveri c'è un vantaggio per i produttori che aumenteranno i loro guadagni, c'è un vantaggio per i consumatori ricchi che potranno comprare i prodotti a prezzi inferiori, ma c'è anche un vantaggio per i consumatori poveri che avranno più lavoro e potranno lentamente arricchirsi per consumare di più.

Allora va tutto bene? La globalizzazione e il libero mercato porteranno ad un equa distribuzione della ricchezza? Oppure i capitali si concentreranno sempre più nelle mani di pochi, la classe media scomparirà e aumenteranno i poveri senza diritti?

Il problema della delocalizzazione sembra essere che i paesi ricchi rischiano di restare senza lavoro. Quindi molti cercano di dedicarsi a lavori più "creativi", prodotti di lusso, transazioni finanziarie, ricerca, arte, entrando in competizione e sacrificando la famiglia. Ma la stragrande maggioranza della popolazione vorrebbe solo un lavoro, una semplice occupazione che gli dia un reddito sufficiente per crescere dei figli. Per questi lavori però si entra in competizione con i paesi poveri quindi la popolazione è disposta a rinunciare ai diritti per mantenere il reddito, senza pensare che il reddito senza i diritti non basta a mantenere una famiglia. 

Tagliamo la sanità, l'istruzione, l'assistenza sociale, i servizi pubblici e la cultura, rendiamo il lavoro più flessibile e precario, abbassiamo i salari, tagliamo le pensioni, in questo modo daremo fiducia ai mercati ma ci troveremo indebitati, preoccupati, insoddisfatti ed alienati.

Oggi assistiamo a migrazioni dai paesi poveri, più attrattivi per le aziende, a quelli ricchi, più competitivi e senza lavoro, a causa di diverse situazioni di instabilità economica o politica per lo più strategicamente causate dai ricchi. Dall'altra parte ci sono migrazioni periodiche dai paesi ricchi a quelli poveri, a causa del desiderio di prodotti turistici indotto dal mercato. Questi flussi meriterebbero un approfondimento concettuale.

La dualità tra ricchi e poveri, noi e gli altri, ci contrappone, genera conflitto e non cerca di risolvere il problema. L'obiettivo non è l'equa distribuzione della ricchezza, che può in certi casi essere uno strumento indispensabile per raggiungerlo. La vera finalità è permettere a tutti di vivere senza costrizioni, perseguendo la piena esperienza dei fenomeni e delle emozioni assecondando le proprie inclinazioni e coltivando i propri talenti.

Per questo non tutti abbiamo bisogno delle stesse cose. qualcuno ha bisogno di una famiglia molto unita, altri di solitudine e silenzio, altri di denaro per sviluppare i suoi progetti, altri di conoscenza e ricerca. Ma tutti hanno diritto ad una società non competitiva dove gli altri siamo noi.

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