FORZA E ARMI

 

 Un lessico violento si stava espandendo rapidamente, dilagava per le strade, nei bar, negli uffici e nelle case di città semi-deserte, con sempre meno spazi d'incontro e sempre più occasioni di scontro. La rabbia cresceva dentro come un morbo che si subisce senza riuscire a liberarsene. In questo clima alternato tra emozioni forti e contrastanti una sola sembrava essere la cura: ordine e sicurezza.

In nome di questi alti ideali si accettava di perdere diritti, si attaccava per difendersi, s'inasprivano i controlli e le pene, si criminalizzavano i poveri e i diversi, ci si preparava alla guerra per poterla evitare. L'uso della forza è ammesso solo se è lo stato a comandarlo, essendo i suoi organi interpreti della giustizia e del bene pubblico, attraverso funzionari preposti e addestrati all'uso delle armi.

In tanti accorsero ad arruolarsi nelle forze armate, chiamate però forze d'ordine, di polizia, della difesa, comunque forze sempre violente. Nessuno pensava che, prestando giuramento, stava barattando con lo stato un diritto in cambio di un altro. Con l'ingresso nell'arma acquisiva il diritto ad usare la violenza come braccio dello stato, soggetto attuatore operativo, rappresentazione della forza e dell'arma dello stato. Poteva arrestare i suoi concittadini, insultarli, umiliarli, picchiarli, finanche ucciderli, però perdeva un altro diritto: il libero arbitrio. 

Un militare, un poliziotto, un carabiniere, non può agire comi gli comanda il cuore, non può fare quello che vuole, non può cambiare idea, non può ammettere di aver sbagliato, un soldato ubbidisce agli ordini, non si chiede se siano giusti o sbagliati, li esegue e basta. Un soldato non può esitare, deve mostrarsi sicuro, agire in fretta come è eddestrato a fare, è una macchina da guerra agli ordine dei superiori. Può ancora votare certo, quando è fuori servizio può esprimere le sue opinioni, può fare quello che vuole come un normale cittadino, ma quando è in servizio non svolge solo un lavoro, adempie a degli obblighi, sottostà ad una gerarchia imposta, senza spazi per le discussioni, i dubbi, i rimorsi.

Le forze armate sono gruppi di persone che hanno rinunciato a pensare, per credere nello stato e usare la forza contro quei liberi pensatori che possono rappresentare un pericolo per l'ordine dello stato. Ma sono umani e quindi emotivi, non è poi così difficile confonderli, distrarli, stupirli con azioni fuori dal comune.

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