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Figli di schiavi

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  Le nuove persone che nascono oggi vengono al mondo con una madre ed un padre che si occupano di loro, per 15, 20, 25 anni. I genitori alimentano, educano, istruiscono i figli gratuitamente, investendo tempo e denaro senza nessun tornaconto, in perdita, come fanno tutti gli animali. I figli, una volta cresciuti, vanno via di casa e iniziano a lavorare per mantenersi. Lavorano spesso per qualcuno che gli impone ordini, orari e regole. Se lo stipendio è buono riusciranno a loro volta a fare figli, a mantenerli ed educarli in modo che domani trovino un lavoro che permetta loro di fare figli, di mantenerli ed educarli e riprodurre così il sistema. L’antropologo David Graeber osserva gli aspetti comuni di questo sistema con la schiavitù. Grazie alla separazione della sfera domestica da quella lavorativa oggi qualcuno può sfruttare il lavoro di persone adulte senza aver investito risorse nella loro crescita e formazione. Allo stesso modo gli schiavi provengono da territori lontani e c

no eco no party

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  Micrometropolitana di Firenze (progetto 2003)   La sensibilizzazione riguardo alle tematiche ambientali, negli ultimi vent’anni, ha iniziato a influenzare l’opinione pubblica e ha generato nuove regole governative e nuova comunicazione promozionale da parte delle imprese. La comunità europea cerca di orientare le scelte degli stati attraverso incentivi finanziari. Sono favoriti processi volti all’efficienza energetica degli edifici, agli impianti di risorse rinnovabili, al riciclo dei materiali, ai trasporti collettivi e altro ancora. Le imprese private a loro volta pubblicano un’immagine di impegno ecologico, in difesa dell’ambiente e sostenibile. Le società che più investono in questo tipo di comunicazione sono spesso quelle che arrecano più danni all’ambiente, quelle più energivore, farmaceutiche, elettroniche o chimiche, mostrando un ambientalismo più di facciata che reale (greenwashing). Il fenomeno sta assumendo proporzioni tali da mostrare un macroscopico paradosso. Il t

Scenari futuri

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Singapore   Se il motore a combustione ha accorciato le distanze la telematica le ha azzerate. L’ambito d’appartenenza dell’abitante si è ristretto mentre la sua sfera esperienziale si è allargata. Siamo passati dagli imperi coloniali del XIX° secolo ai nazionalismi del XX° per arrivare alle megalopoli globali del XXI°. In parallelo abbiamo partecipato agli eventi attraverso i giornali, la televisione ed il world wide web. Proseguendo verso la prossima tappa, in questa stessa direzione, possiamo immaginare quartieri o piccoli villaggi abitati da cittadini planetari. Questo scenario suggerisce due possibili cambiamenti fondamentali. Il primo riguarda la piccola scala dell’abitare che, proprio grazie al ridotto numero di abitanti, potrebbe approfittare di un tipo di organizzazione autogestita, inventata su misura da una comunità più coesa e solidale. Il secondo cambiamento riguarda la cittadinanza globale che, scavalcando la sovranità dei singoli stati, potrebbe garantire uguali di

Gigantismo non governativo

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Attak   Vale la pena evidenziare alcune tendenze già in atto che, in qualche modo, potrebbero essere legate. 1.       La sostituzione delle ONG allo stato 2.       La sostituzione delle grandi corporazioni allo stato 3.       La raccolta centralizzata dei dati personali 4.       La raccolta centralizzata del denaro   Le organizzazioni non governative operano all’esterno delle leggi dei singoli stati, con i quali contrattano accordi specifici, sono finanziate da fondi privati volontari e hanno uno scopo preciso. Da alcuni anni stiamo assistendo, soprattutto in zone conflittuali, all’azione diretta di queste organizzazioni per prestare dei servizi alle popolazioni coinvolte che i governi locali non possono o non vogliono garantire. Quindi si tratta di organizzazioni private esterne sulle quali lo stato non può esercitare alcun controllo, ma solo attenersi agli accordi scritti per ogni caso particolare. Un esempio classico è l’ONG di dottori che garantiscono ad uno stato pov