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new fascism

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  “Chi non esercita il dissenso, esprime in qualche modo un assenso” Hannah Arendt La memoria collettiva, unica forza in grado di evitare i totalitarismi, è oggi quanto mai carente! Nelle parole dei rappresentanti del governo si sentono gli echi delle parole dei dittatori del secolo scorso. Il messaggio è : “Ora comandiamo noi, si fa come diciamo noi, chi non vuole obbedire è nostro nemico”. È urgente ricordare i rischi che si nascondono dietro alla retorica del capo solo al comando, ma soprattutto bisogna smascherare questo nuovo tipo di fascismo che si proclama atlantista, liberista e populista. Dietro alle promesse di più posti di lavoro ed un aumento del PIL nasconde decreti che portano solo alla concentrazione della ricchezza in mano ai soliti noti. Per alcuni è fin troppo evidente che l’Italia sarà il prossimo paese a vendersi alle forze economiche. Come succede da quasi ottant’anni, i paesi che accettano enormi finanziamenti per risollevarsi da momenti di crisi sono o

tra stato sociale e crescita economica Lettera a 'Il fatto quotidiano' e a 'Otto e mezzo'

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Buongiorno, vi scrivo per promuovere il tema politico dei contenuti e dei valori che mi sembra cedere spazio, nei dibattiti, a vantaggio di posizioni di facciata. In questi giorni, in particolare, la discussione sull'antifascismo si è ossidata intorno a dichiarazioni più o meno nette senza illuminare il fatto che la destra di oggi non ha più nulla di sociale, come pretendeva di essere il fascismo, è anzi dichiaratamente contro la socialdemocrazia e a vantaggio di un nuovo tipo di imperialismo oligarchico dei grandi poteri economico-finanziari che non perde occasione di accontentare e compiacere. In comune col fascismo queste destre hanno soprattutto il disprezzo per le repubbliche democratiche che cercano in ogni modo di indebolire favorendo le teorie di Friedman che sosteneva più privatizzazioni, meno regole e meno tasse. Gli aspetti sociali del fascismo, come novant'anni fa, servono solo ad abbagliare le masse ignoranti, senza nessuna intenzione di riconoscere d

EVOLUZIONE CIRCOLARE

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  Molti italiani sono costretti ad esercitare la loro creatività esuberante per attività poco utili, se non dannose. Pensiamo agli avvocati che riscrivono le leggi ad ogni cambio di governo, rendendo impossibile districarsi tra gli intrecci lessicali della pubblica amministrazione, oppure alla criminalità organizzata che s’inventa continuamente nuove economie parallele col solo scopo di riciclare denaro illegalmente ricevuto. Se si potesse convogliare una parte di questa energia creativa per il bene comune o per espressioni liriche di tipo artistico, penso che compiremmo un altro piccolo passo verso una società meno vorace, competitiva, gerarchica. Gli altri sono ormai talmente simili a noi che la linea del conflitto tende sempre più a coincidere con l’epidermide dei nostri corpi, senza gruppi di appartenenza famigliari o cittadini. Gli esseri umani si stanno scordando quali sono i vantaggi dell’aggregarsi: la mutua assistenza, la somma delle forze, la collaborazione e lo scambio

scelta capitale

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Una visione forse miope … Un’interpretazione forse semplicistica … Mi piace semplificare concetti complessi per aprire l’immaginazione a molteplici scenari.     Proviamo a spiegare molto semplicemente cosa sta succedendo di così importante nella finanza mondiale. La rapida evoluzione della tecnologia digitale favorisce i pagamenti elettronici, la scomparsa del contante e la sua sostituzione con degli elenchi dove vengono registrati tutti i passaggi di denaro. L’accesso a questi elenchi permette di sapere chi ha comprato cosa e quando. Consente quindi un forte controllo del mercato. Se poi fosse anche possibile bloccare i pagamenti o spostare i capitali delle persone senza il loro consenso, allora si potrebbe concentrare nelle mani di una sola persona un potere enorme, quello di controllare direttamente la popolazione. Per questo bisogna essere sicuri che l’accesso a questi registri sia vietato. La maggior parte degli stati si offre quale garante della riservatezza dei dati
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Un giorno, dice la leggenda, ci fu un immenso incendio nella foresta. Tutti gli animali terrorizzati, atterriti, osservavano impotenti il disastro. Solo il piccolo colibrì si attivava, andando a prendere alcune gocce con il becco per gettarle sul fuoco. Dopo un po', l'armadillo, infastidito da questa ridicola agitazione, gli dice: "Colibrì! Ma sei pazzo? Non è con queste gocce d'acqua che spegnerai il fuoco! "  E il colibrì rispose: "Lo so, ma faccio la mia parte."   https://www.colibris-lemouvement.org/

IO DENUNCIO 1

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Io denuncio …   La gente si pone solo i problemi che può risolvere ma ci sono problemi facili da risolvere che la gente non si pone.   Viviamo in un paese con poco senso critico e molta polemica.   La critica osserva una situazione, la inquadra in un contesto, ne distingue gli elementi e li mette in relazione tra loro, per evidenziarne i pregi e i difetti. Due critici possono avere punti di vista diversi ma comunque leciti perché sostenuti da argomenti condivisibili. Un bravo critico è quello capace di cambiare prospettiva, di mettersi nei panni degli altri, di portare motivazioni valide per supportare posizioni contrastanti. Il conflitto, la competizione e il pregiudizio non dovrebbero avere spazio nella critica perché prevalgono il confronto, la collaborazione e l’ammissione. Questo tipo di critica è una ricchezza inestimabile per tutta la società in quanto aiuta tutti a valutare con la propria testa, secondo i propri sentimenti, in base alle proprie esperienze. P