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Visualizzazione dei post da 2025

U.S.I.

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    United States of Israel Come succede periodicamente, a ogni abuso manifesto di violenza, il conflitto israeliano-palestinese torna presente nei notiziari europei. Si tratta di una guerra coloniale, perenne, asimmetrica e a bassa intensità che continua a essere narrata in modo parziale, se non addirittura fuorviante. La maggior parte dei discorsi continua infatti a considerare lo stato di Israele come un protettorato degli USA, cioè un’istituzione autonoma che gode della protezione di un grande impero economico e militare, un po’ come l’Italia. Invece il ruolo di Israele, quello che questo stato rappresenta, il suo modo di agire e di relazionarsi con il resto del mondo, rivela qualcosa di molto diverso. Si tratta, non tanto, come ha già detto qualcuno, del cinquantunesimo stato americano, ma piuttosto dell'espressione di una buona metà della confederazione americana. Consapevole di stereotipare una situazione complessa mi permetto di immaginare le due correnti economi...

beni privati aperti al pubblico

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  A prima vista è un'operazione esemplare! Il progetto di recupero del comparto dell'ex Manifattura Tabacchi è un modello dove vincono tutti. Accontenta l'amministrazione pubblica che si ritrova una zona della città riqualificata a costo zero, guadagnandoci pure il teatro Puccini e un asilo nido. Se ne compiace il fondo d'investimento che sta già guadagnando ancor prima di acquisire la piena proprietà dell'area. E sono apparentemente contenti i fiorentini che si vedono valorizzare le case in zona e che hanno un nuovo centro vivace in periferia. Sicuramente sono euforici gli architetti che possono finalmente realizzare spazi pubblici di qualità internazionale, senza sottostare ai vincoli del comune, perché sono su suolo privato. Eh sì, perché quei sei ettari di Firenze stanno diventando, legalmente, un quartiere privato. È il mercato baby e non si può accontentare del diritto di superficie, perché non offre abbastanza garanzie da assicurare l'alta qualità dell...

Capisci il Bitcoin?

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  Tutti sanno che la distribuzione della ricchezza è sbilanciata e molti si rendono conto che gran parte della colpa è delle banche e della finanza, ma pochissimi sono veramente consapevoli del fatto che le banche possono emettere soldi all’infinito. Questo provoca debiti esteri immensi, effettivamente inesigibili, che drogano la finanza globale come le bolle speculative che periodicamente vediamo esplodere. Grazie a queste grandi masse di soldi a debito i ricchi possono restare ricchi ed arricchirsi sempre di più, con il favore di politici compiacenti che non vedono alternative di sviluppo diverse dall’accontentare le principali corporazioni economiche e finanziarie.   Il Bitcoin è nato per porre fine a questa ingiustizia contro l’umanità e la natura, per ristabilire un sano equilibrio tra il valore del denaro e quello dei beni. Per raggiungere questo obiettivo serviva una moneta non basata sulla fiducia nelle banche ma sulla verifica immediata, non facilmente producibi...

URBANO COMUNE

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LIBERT

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  La libertà non è dire e fare tutto quello che vogliamo, ma piuttosto averne la possibilità senza il bisogno. Poter scegliere è fondamentale per non sentirsi schiavi, per questo la responsabilità è un diritto di tutti, ancor prima che un dovere, mentre a nessuno è concesso obbedire ciecamente, come diceva A. Harendt. Scelte apparentemente libere sono alienanti, altre scelte che sembrano alienanti ci fanno sentire liberi. Quando agiamo contro la nostra stessa volontà alziamo il nostro livello di alienazione (secondo H. Rosa). Il passaggio dalla scelta all'azione è molto spesso filtrato da considerazioni di vario tipo: di convenienza, utilità, previsione delle conseguenze, per questo a volte preferiamo fare o non fare delle cose anche se ne abbiamo voglia. Non lo facciamo perché siamo costretti, ma perché valutiamo che sia meglio in generale.   -                    ...

FORZA E ARMI

   Un lessico violento si stava espandendo rapidamente, dilagava per le strade, nei bar, negli uffici e nelle case di città semi-deserte, con sempre meno spazi d'incontro e sempre più occasioni di scontro. La rabbia cresceva dentro come un morbo che si subisce senza riuscire a liberarsene. In questo clima alternato tra emozioni forti e contrastanti una sola sembrava essere la cura: ordine e sicurezza. In nome di questi alti ideali si accettava di perdere diritti, si attaccava per difendersi, s'inasprivano i controlli e le pene, si criminalizzavano i poveri e i diversi, ci si preparava alla guerra per poterla evitare. L'uso della forza è ammesso solo se è lo stato a comandarlo, essendo i suoi organi interpreti della giustizia e del bene pubblico, attraverso funzionari preposti e addestrati all'uso delle armi. In tanti accorsero ad arruolarsi nelle forze armate, chiamate però forze d'ordine, di polizia, della difesa, comunque forze sempre violente. Nessuno pensava che...